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F1 – Il Mondiale che verrà

Nel weekend parte dall'Australia la 62.a edizione del Campionato del mondo di Formula 1. Scopriamo novità, team e piloti.

Il campione del mondo Sebastian Vettel. (Formula1.com)Solo qualche ora e poi sarà tempo di Formula1, quella vera, quella delle gare, perché i test, invece, vanno avanti – con esiti indecifrabili – da un pezzo. Solo qualche ora per risvegliarsi da un letargo reso più lungo dalla cancellazione del Gp del Bahrain, uno dei paesi mediorientali scossi dalle rivolte popolari.
Si ripartirà dall’Australia, quando in Italia sarà mattino: qualifiche alle 7 del sabato e gara alle 8 della domenica (sempre che ricordiate di spostare, tra un giorno e l’altro, l’orologio di un’ora avanti per l’entrata in vigore dell’ora legale).

Tante le novità, dal fornitore di pneumatici Pirelli all’esordio del Gp dell’India (30 ottobre), dal ritorno del KERS – che resta facoltativo – alle quattro facce nuove degli esordienti. La Williams, per il secondo anno consecutivo, affida un volante al campione in carica della serie Gp2: Pastor Maldonado affiancherà Barrichello subentrando proprio al campione 2009 Hulkenberg.
La Sauber prende il 21enne messicano Sergio Perez (secondo in Gp2 nel 2010), la Force India sostituisce l’italiano Liuzzi (passato alla Hispania) con lo scozzese Paul Di Resta. Infine il belga Jerome d’Ambrosio, anch’egli con un passato in Gp2, guiderà una Virgin (si vocifera di uno sponsor e relativo assegno di 5 milioni di euro portato dal pilota alla squadra).

Chi non cambia sono i top team: tutti confermati i piloti delle prime cinque scuderie del mondiale 2010, eccezion fatta per la sostituzione dell’infortunato Kubica (a cui vanno i nostri auguri di una pronta guarigione), rimpiazzato in Renault dal tedesco Heidfeld.

Sezione regolamenti. Torna come detto il KERS, il sistema per il recupero dell’energia cinetica che garantisce un surplus di cavalli per 6,7 secondi a giro. Vietato l’F-Duck, la vera novità riguarderà l’ala mobile posteriore, un congegno aerodinamico in grado di far guadagnare in fase di sorpasso 15 km/h (si può azionare solo quando la vettura che precede è a meno di un secondo di distacco).
Piccolo passo indietro nelle qualifiche con il ritorno della regola del 107%. Parteciperanno alla gara solo i piloti che otterranno un crono non superiore al 107% del miglior tempo in Q1. L’idea alla base è di evitare che ci sia troppo dislivello in gara, con doppiaggi da eseguire a ripetizione, ma dando un’occhiata ai numeri dovrebbe cambiare poco.

TEAM, PILOTI, NUMERI
 
Red Bull  1. Vettel  2. Webber
McLaren  3. Hamilton  4. Button
Ferrari  5. Alonso  6. Massa
Mercedes GP    7. Schumacher  8. Rosberg
Renault  9. Heidfeld  10. Petrov
Williams  11. Barrichello  12. Maldonado      
Force India  14. Sutil  15. Di Resta
Sauber  16. Kobayashi  17. Perez
Toro Rosso  18. Buemi  19. Alguersuari
Lotus  20. Trulli               21. Kovalainen
Hispania  22. Karthikeyan  23. Liuzzi
Virgin  24. Glock  25. D’Ambrosio

Il sito ufficiale Formula1.com

Il Mondiale 2011 di Formula1 su Wikipedia

Riccardo Marchese
(per stadiosport.it)

Rewind 2010 – Un anno di sport

Riviviamo le più belle emozioni dell'anno che sta finendo. Un anno di grandi vittorie ma anche di profonde delusioni per lo sport azzurro.

Francesca Schiavone in lacrime dopo la conquista del Roland Garros.Salutiamo il 2010, anno olimpico e mondiale. Anno – come tutti gli altri del resto – ricco di sofferenze e gioie legate alla passione sportiva.
Si era partiti – e male – da Vancouver, XXI Olimpiade invernale. Si era partiti perdendo le certezze di Torino2006, smarrito il pattinatore Enrico Fabris (vero eroe 4 anni fa) ci siamo aggrappati a Giuliano Razzoli: oro nello slalom e unico titolo conquistato in terra canadese. Il proverbiale coniglio dal cilindro che salva la spedizione azzurra, nonostante un notevole ridimensionamento nel medagliere (da 11 a 5 podi).

Il momento più atteso dell’anno è il mondiale di calcio sudafricano. Ci si arriva fra un cucchiaio di legno nel 6Nazioni (l’ottavo in 11 edizioni), un Giro d’Italia dominato dal rientrante Ivan Basso e un “triplete” dell’Inter. Ci si arriva dopo l’impresa dell’anno dello sport tricolore: Francesca Schiavone vince il Roland Garros ed entra nella storia. Un cammino in crescendo, una finale fantastica contro la favorita australiana Stosur. Una vittoria che riconsegna il tennis azzurro alle prime pagine dei giornali.
In Sudafrica invece le cose non vanno per il verso giusto. L’Italia campione in carica esordisce con un pari contro il Paraguay, risultato bissato clamorosamente contro i modesti neozelandesi. L’ultima sfida del girone, avversario la Slovacchia, resterà una pagina nera del nostro calcio. Una gara condita di errori che ci vede sconfitti ed eliminati. Il titolo va (per la prima volta) alla Spagna, che in finale batte l’Olanda ai supplementari. Noi torniamo a casa con un ultimo posto nel gruppo più modesto: finisce così l’era Lippi, sulla panchina azzurra arriverà Cesare Prandelli.

È estate di Europei per l’atletica e il nuoto. L’italia che salta, corre e lancia torna da Barcellona senza un oro (non accadeva da 52 anni) ma il movimento appare comunque in crescita. Alla fine sono 6 le medaglie azzurre: sugli scudi una straordinaria staffetta 4×100 maschile e il capitano Nicola Vizzoni. Storico il bronzo di Daniele Meucci che riporta l’Italia sul podio nel mezzofondo a distanza di 12 anni.
Nel nuoto si soffre: in vasca arrivano solo due titoli continentali (Scozzoli nei 50 rana e Pellegrini nei 200 sl). Eravamo abituati ad altro… tuttavia il bilancio è addolcito dalle buone cose fatte nei tuffi e dallo straordinario momento del fondo.

L’autunno porta i mondiali. Quello in casa di volley vede l’Italia al 4° posto, sconfitta in semifinale dai futuri campioni del Brasile. Quello di ciclismo, il primo senza Ballerini (scomparso in febbraio), non riserva gioie agli azzurri. Vince il norvegese Thor Hushovd, per l’Italia c’è in compenso l’oro di Giorgia Bronzini fra le ragazze. L’anno sta per finire. Novembre è il mese della vittoriosa finale di FedCup e dell’illusione Ferrari. Dall’esultanza ormai continua del tennis femminile (grande Flavia Pennetta stavolta) al brutale risveglio del Gp di Abu Dhabi. Il Mondiale di Formula1 va a Vettel, Alonso è secondo anche a causa della miope strategia dell’ultima gara.

Se ne va un anno e porta via con sé tanti protagonisti dello sport italiano. Un pensiero finale va a Enzo Bearzot, ct dell’Italia mundial. Addio Enzo. Addio 2010.

Riccardo Marchese
(per stadiosport.it)

F1 – Suicidio Ferrari. Vettel campione

Incubo rosso ad Abu Dhabi: errore del muretto ed Alonso è solo settimo. Gara e titolo iridato al tedesco Vettel.

Sebastian Vettel festeggiato da Hamilton e Button. Sul podio i tre campioni del mondo degli ultimi tre mondiali. (LaStampa)Il sogno rosso è svanito sul più bello. Su quella scelta dettata dalla fretta e dalla paura, dalle insicurezze di un muretto che non è stato capace di gestire la gara più importante dell’anno. Il bluff Red Bull ha funzionato alla grandissima: diversificare le strategie, lasciare Webber al suo destino in favore del più giovane compagno, sperare in un abbocco della Ferrari. Così è stato. Dal muretto rosso si preferisce marcare l’australiano – il più insidioso in classifica – magari per paura di una nuova entrata della safety car, magari perché copiare la strategia del più insidioso in classifica è considerata la scelta migliore.

Altre variabili vengono però trascurate: ora con la nuova strategia bisogna fare dei sorpassi su un circuito – quello di Abu Dhabi – di nuova generazione (di quelli che se non ci fosse un mondiale in bilico vincerebbe la noia), occorre arrivare fine in fondo con gli stessi pneumatici, cioè percorrere ancora una quarantina di giri; ma anche psicologicamente le cose cambiano: la testa della corsa si allontana irrimediabilmente e l’obbligo di superare Rosberg e Petrov – loro sì con strategie degne di tale nome – diventa assillo. I giri passano e la consapevolezza di averla fatta grossa prende subito corpo: l’imprendibile macchia gialla della Renault di Petrov resta avanti, Alonso non ha mai la possibilità di impensierire seriamente il russo.

Quella della Ferrari è una lenta resa: Alonso chiude mestamente al settimo posto mentre Vettel vince davanti alle due McLaren e diventa il più giovane campione del mondo nella storia della Formula 1 con i suoi 23 anni e 134 giorni. Record di precocità da aggiungere a quelli di pole, podio, vittoria e gara a punti.
Fuori dalla delusione Ferrari va celebrata la vittoria Red Bull, il dominio della monoposto più veloce, la consacrazione di Vettel, il successo di un’idea, quella di sacrificare il titolo mondiale pur di farlo apparire “sportivo”, pur di farlo vincere al pupillo tedesco.

Speciale Formula1: Classifiche piloti e costruttori (Gazzetta.it)

Il Mondiale 2010 su Wikipedia

Riccardo Marchese
(per stadiosport.it)

F1 – Coerenza Red Bull fino in fondo?

In Brasile doppietta senza ordini di scuderia e titolo costruttori conquistato, Alonso terzo resta leader. Ma ad Abu Dhabi sarà difficile non prendere decisioni. 

Come in un giallo appassionante il mondiale di Formula1 alla sua penultima tappa non scioglie i dubbi sull’assassino. Il Gp del Brasile, vinto da Vettel davanti al compagno-rivale Webber (espressione quanto mai prima opportuna) e al comune nemico rosso Alonso, risolve la parte della trama meno complicata: il mondiale costruttori è della Red Bull, la monoposto indubbiamente più forte. Eppure nell’altra classifica, quella piloti, ritenuta un po’ da tutti la prioritaria (per storia e per quel numero 1 da appiccicare al proprio musetto), davanti resta la Ferrari di Alonso: otto pesantissimi punti di vantaggio sull’australiano Webber e quindici sul tedesco Vettel, quando da leggere manca solo il capitolo finale, dal titolo Abu Dhabi.

Una situazione figlia della scelta di non designare una prima guida, quindi difatti una non-scelta, del team diventato da poco campione del mondo. Diversa l’opinione Ferrari, messa in chiaro in un pomeriggio estivo: ad Hockenheim Massa si toglie letteralmente di mezzo e srotola il tappeto rosso (e di che colore sennò) che conduce il compagno spagnolo alla vittoria. Sia ben chiaro però che al di là dell’episodio plateale tedesco Massa ha fatto vedere davvero poco per indurre i vertici del cavallino ad altra decisione.

Resta dunque evidente che in casa Red Bull al concetto di sportività ci credono (chissà come sarebbe andata a piloti invertiti…). Scelta definitiva? Difficile pensarlo, anche se andrebbero considerate strategie extra-sportive, legate più alla sfera commerciale e strettamente al marketing. “Corporate image”: l’immagine percepita di un’azienda, quella che viene a formarsi nella mente degli individui. In Red Bull (proprietà) sanno bene che valori positivi come sportività, lealtà e correttezza potrebbero valere più di una vittoria guidata dal muretto. Anche degli uomini in rosso stanno cercando di convincerli di questo…


Riccardo Marchese
(per stadiosport.it)

F1 – Gli italiani scoprono un’altra Corea

Alonso si aggiudica la prima edizione del Gran Premio coreano e balza in testa al mondiale. Out le due Red Bull. Sul podio Hamilton e Massa.

Dal calcio alla formula1 il passo non è breve e il risultato ne risente: lo sport italiano scopre oggi un’altra Corea, non più sinonimo di disfatta ma al contrario di una vittoria che potrebbe lasciare il segno.

Su un circuito incognita per tutti (completato nei dettagli a tempo di record negli ultimi giorni) e reso vero enigma dalla pioggia, la spunta la Ferrari di Fernando Alonso che precede la McLaren di Hamilton e l’altra rossa di Massa. E le Red Bull? Partite dalla prima fila non vedono la bandiera a scacchi: Webber – da leader – ci mette del suo e va a sbattere (tradito da un cordolo umido e travolto da Rosberg); Vettel – da leader – è costretto al ritiro per la rottura del motore.

Una gara avvincente che scuote il mondiale, con tanta pioggia che quasi ne mette a rischio lo svolgimento. Si parte tutti dietro la safety car, poi bandiera rossa e ancora ripartenza controllata dalla “vettura di sicurezza” per un totale di 17 giri. La gara vera inizia al 18° e un giro dopo Webber è già fuori con la safety car di nuovo dentro. Il passaggio alle gomme intermedie potrebbe costare caro ad Alonso (problema ai box con l’anteriore destra) che perde una posizione a beneficio di Hamilton. L’inglese però va largo subito dopo e restituisce allo spagnolo quella che diventerà di lì a dieci giri una vittoria: patatrac di Vettel e festa rossa.

Un rimescolarsi delle carte che – a due gare dalla fine – se da un lato favorisce Alonso, ora primo nella classifica iridata con 231 punti, dall’altro rende ancor più avvincente questo finale di stagione. Nello spazio di 25 punti – cioè di una vittoria – tornano ad essere in quattro: guida Alonso seguito ad 11 lunghezze da Webber, a 21 da Hamilton e a 25 da Vettel, e per lui sì che Corea sarà sinonimo di disfatta…

Riccardo Marchese
(per stadiosport.it)

F1 – E se i podi non bastassero?

In Giappone è doppietta Red Bull con Vettel davanti a Webber e Alonso terzo. Per lo spagnolo più che i podi nelle ultime tre gare servirà finire davanti al duo di avversari diretti. Magari con una vittoria…

 La pioggia fa slittare le qualifiche, in corsia box ci si diverte così. Il format tutto in sei ore piace, e non poco, alla Red Bull. Sabato niente qualifiche, piove a dirotto, l’acqua scorre torrenziale in pista tanto che alcuni meccanici si divertono a varare nella corsia box un parallelo mondiale per imbarcazioni in lattine. Qualifiche rinviate alla domenica mattina giapponese, sabato notte inoltrato in Italia. Poche storie le Red Bull sono più veloci: Vettel in pole, Webber a suo fianco; Alonso parte quarto, Hamilton ottavo (penalizzato per la sostituzione del cambio), l’altra Ferrari si perde a metà gruppo.

Inizio caotico, Massa completa il suo week end perfetto – quello in cui aveva dichiarato di non correre per aiutare il compagno, né tantomeno di sentirsi una seconda guida per il futuro – toccando Liuzzi e mettendo fine alla gara di entrambi.
In testa le Red Bull non si lasciano sorprendere (in verità Webber sì, ma la gara di Kubica che lo beffa in partenza dura pochi giri). Alonso non mette mai in pericolo la terza piazza aspettando che, magari come in Turchia, i due compagni-rivali se la giochino fino in fondo col coltello fra i denti.
Stavolta niente regali, ma neppure ordini di squadra a dimostrazione che in Red Bull il mondiale è ancora un affare per due. Vettel-Webber-Alonso è il podio, con l’australiano che raggiunge quota 220 punti in classifica iridata, +14 sul compagno e lo spagnolo. L’impressione è che lo stesso terzetto si giocherà anche il titolo; Hamilton è a 28 punti dalla vetta, doppiamente penalizzato dal cambio qui a Suzuka – nel finale non entrava più la terza marcia.

Tre gare alla fine, ma ora svelti ad avvertire Alonso: tre podi potrebbero non bastare!

Riccardo Marchese
(per stadiosport.it)

F1 – Gli azzardi di Hamilton

Nella notte di Singapore trionfa la Ferrari di Fernando Alonso. Sul podio le due Red Bull, Hamilton out. Per l'inglese è il secondo ritiro consecutivo.

Gp singapore: scenari mozzafiato ma il circuito deludeIl parziale degli ultimi due appuntamenti del mondiale di Formula1 non lascia scampo: Alonso batte Hamilton 50 a 0. Monza e Singapore: due vittorie per lo spagnolo della Ferrari, due ritiri per l’inglese della McLaren. E che ritiri! In Italia la sua corsa è durata poche curve, contatto con Massa e danneggiamento alla sospensione posteriore sinistra; nella splendida cornice notturna della Marina Bay (confermata l’equazione panorama spettacolare uguale tracciato noioso) ennesimo azzardo non pagato, questa volta in azione di sorpasso su Webber a metà gara.

Errori pesanti quelli di Hamilton in un campionato estremamente equilibrato (ora Webber ha 11 punti di vantaggio su Alonso e 20 sullo stesso inglese a quattro gare dalla fine), errori che si ripetono e che riportano alla mente quelli fatali del 2007 (insabbiamento in Cina e sciagurato primo giro in Brasile). Finì meglio l’anno dopo – non parlatene a Massa… – ma non mancarono situazioni al limite del ridicolo come il tamponamento in corsia box ai danni della Ferrari di Raikkonen durante il Gp del Canada.

L’aggressività di Hamilton è ormai il suo marchio di fabbrica, ma spesso rischia di diventare un vero limite. Situazione attuale a parte (dove la scelta della cautela sarebbe stata d’obbligo) l’interrogativo a monte è di livello generale: meglio accontentarsi o rischiare per avere di più? La saggezza popolare non può esserci d’aiuto più di tanto, anzi, si va dal “Chi si accontenta gode” a “Chi non risica non rosica”. Lui, Hamilton, sembra aver deciso da tempo da che parte stare.


Riccardo Marchese
(per stadiosport.it)

E che gioco di squadra sia!

Con la vittoria di Monza Alonso torna in corsa per il titolo, sul podio anche Massa. Proprio il brasiliano avrà un ruolo determinante in questo caldo finale di stagione.

Alonso festeggia la vittoria del Gp d'Italia. La Ferrari non vinceva a Monza dal 2006. (GazSport) L’8 settembre della Ferrari non ha coinciso con un nuovo armistizio. Niente resa: la sentenza Fia sullo “sciagurato” sorpasso di Alonso ai danni di Massa nel Gp di Germania (sciagurato soprattutto l’evidente rallentamento del pilota brasiliano) ha confermato la sola multa di 100 mila dollari. Una posizione quella assunta dalla Federazione che sdogana di fatto gli ordini di squadra e che di sicuro varrà da precedente. Resta la multa ma siamo sicuri che i team – almeno in talune occasioni – saranno pronti a mettere le mani al portafoglio.

Nessuna penalizzazione in classifica dunque, una mezza vittoria infrasettimanale che ha acceso gli entusiasmi del popolo rosso proprio alla vigilia del weekend di casa a Monza. Poi ci ha pensato Alonso: prima pole dello spagnolo da quando veste in tuta rossa e prima volta stagionale per la Ferrari. Una gioia che mancava al team di Maranello addirittura da 30 gare, precisamente da quel traumatico Gp del Brasile del novembre 2008…
Dal mercoledì al sabato, dal sabato alla domenica: la “settimana rossa” non poteva che chiudersi con il doppio inno Spagna-Italia (grazie anche al miracolo dei meccanici ai box). Con Hamilton fuori e Webber sesto, con Massa terzo e il placido Button nella morsa delle Ferrari la classifica cambia; ancora e tanto. A cinque gare dalla fine restano cinque piloti a giocarsi il titolo, con Alonso terzo a 21 punti dalla vetta (ora c’è Webber a quota 187).
Cinque piloti dei tre top team: due coppie e un single. Correre per un solo pilota sarà un vantaggio da sfruttare per la Ferrari: ora che i giochi di squadra non sono più così vietati toccherà all’”amante” Massa non avere crisi di gelosia.

Riccardo Marchese
(per stadiosport.it)

F1 – Pioggia, spettacolo e fortuna

In Belgio Hamilton torna al successo e si riprende la testa della classifica iridata. Le continue bizze del meteo rendono emozionante la gara. Out Alonso.

Prendete un circuito alla vecchia maniera (Spa va benissimo) e aggiungete una situazione atmosferica instabile durante il weekend. Occhio ora a non fracassare il divano perché ci sarà da sobbalzare. Bastano infatti questi due ingredienti per rendere un gran premio di Formula1 esaltante, come lo è stato quello corso in Belgio nell’ultimo fine settimana. Poco esaltati saranno magari i tifosi Ferrari: Alonso si ritira (i suoi errori diventano un po’ troppi) e scivola a -41 dal leader della classifica mondiale Lewis Hamilton (McLaren), vincitore a Spa davanti alla Red Bull di Webber e alla Renault di Kubica. Massa chiude ai piedi del podio e porta a casa 12 punti che tengono la rossa a -80 dalla vetta (c’è la Red Bull a quota 330) nella graduatoria costruttori.

Un passo indietro notevole per la Ferrari, che in Belgio era attesa ad una prova in linea con le precedenti anche in virtù delle caratteristiche del tracciato. Invece è risorta la McLaren: primo posto con Hamilton, sfortunata con Button centrato in pieno dall’imprudente Vettel (anche se questa volte le sue colpe sono limitate).
In un campionato così equilibrato – guai a chiamarsi fuori dalla lotta visto che mancano ancora sei gare – la differenza la faranno i particolari, le piccolezze e perché no una buona dosa di fortuna dalla propria parte. Un bel bacio la dea bendata l’aveva concesso ad Alonso: la sua monoposto era uscita incredibilmente integra dallo scontro col kamikaze Barrichello (attenuante delle slick su pista bagnata) ma lo spagnolo è stato tradito nel finale da un cordolo e dall’erba umida. Sorte che arride – e qui fino in fondo – ad Hamilton: la pioggia improvvisa lo costringe a stare in pista con gomme da asciutto. Sbaglia, va sulla sabbia, sfiora le protezioni, ma non si impantana. Bingo!

E pensare che la Ferrari la fortuna poteva costruirsela da sé con Massa. Ancora la pioggia (benedetta davvero per lo spettacolo), i primi che decidono di non fermarsi a montare le intermedie, e il brasiliano che – purtroppo – li segue. Un giro in apnea prima di entrare tutti ai box. Si fosse fermato al momento giusto chissà cosa sarebbe successo…

Riccardo Marchese
(per stadiosport.it)

F1 – La scossa rossa riapre il mondiale

Dopo la vittoria in Germania e il secondo posto in Ungheria, Alonso rientra nella lotta per il titolo. Difficoltà per la McLaren.


Due gare per ripartire, per lasciarsi la crisi alle spalle: dopo 29 punti in 4 G.p. la Ferrari torna finalmente a fare la Ferrari. Arrivano 73 punti fra Germania e Ungheria, il ritorno alla vittoria e una presenza costante sul podio.
Tante polemiche, tante discussioni sulla legittimità o meno degli ordini di squadra (proibiti dal regolamento ma regolarmente applicati in pista) ma quel che resta è la classifica e una lotta al titolo piloti che non appare più così aspra. Davanti ora c’è Webber, primo anche per numero di vittorie: quattro contro le due di Hamilton, Vettel, Button e Alonso (riportati in rigoroso ordine di classifica). Cinque piloti in 20 punti, dai 161 dell’australiano ai 141 dello spagnolo in rosso. Un margine davvero ridotto considerando i 25 punti a vittoria.

Sette gare per capirne di più. Dopo la sosta estiva (si ritorna in pista fra quattro weekend, il 29 agosto in Belgio) sarà battaglia vera e chissà che la Ferrari non trovi il suo punto di forza proprio nel gioco di squadra. Infatti, mentre in Red Bull e McLaren entrambi i piloti saranno ancora in gioco (anche se si fa fatica a tenere nell’elenco dei papabili Button), per la scuderia di Maranello si punterà decisamente su Alonso. Difficile per la Ferrari rientrare anche nella classifica costruttori, non tanto per il solo margine di punti dalla Red Bull (-74) quanto per la forza della scuderia austriaca, che al contrario della McLaren non conosce momenti di crisi.

Infine un richiamo ad un tema caro: il ritorno in pista di Michael Schumacher. In Ungheria il tedesco l’ha fatta grossa rischiando di far schiantare contro il muretto dei box il suo ex scudiero in Ferrari, Rubens Barrichello. Una lotta che per entrambi valeva più del punticino in palio. L’ha spuntata “Rubinho” prendendosi – in tema di ordini di squadra – una piccola, personale rivincita.

Riccardo Marchese
(per stadiosport.it)