Basta! Basta! Basta!

Riccardo Riccò positivo all’EPO. La Saunier Duval, la sua squadra, si ritira dal Tour.

Riccardo Riccò positivo all'Epo dopo il controllo effettuato al termine della tappa a cronometro del Tour de France disputata l'8 luglio scorso a Cholet.

Lunedì 14 luglio, il giorno dopo l’impresa di Riccò sui Pirenei, Candido Cannavò dalle colonne della Gazzetta dello Sport chiudeva il suo editoriale con un invito al "nuovo Pirata" a non tradirci mai. 
Inutile, Riccò aveva già firmato il suo patto col diavolo, una sostanza nuova, eritropoietina (EPO) di terza generazione, più specificamente chiamato CERA.

La positività di Riccò riguarda la quarta tappa, quella della cronometro a Cholet dell’8 luglio. La notizia, apparsa poco dopo le 12 sul sito internet dell’Equipe e confermata a distanza di un’ ora, ha portato tutta la Saunier Duval all’autosospensione. 
Se le controanalisi dovessero confermare tali risultati, Riccò perderebbe le due vittorie di tappa e dovrebbe andare in contro ad una lunga squalifica. 

Durante il Tour 2008 quello di Riccò è il terzo caso di doping accertato. Prima di lui erano stati fermati gli spagnoli Manuel Beltran della Liquigas e Duenas Nevado della Barloworld.
Una corsa senza pace il Tour: due anni fa l’esclusione preventiva di Basso, Ullrich, Mancebo e Vinokourov e poi lo scandalo Landis, mentre nella scorsa edizione dovette fare i conti con le positività di Vinokourov (ancora lui), Sinkewitz, Moreni e il caso Rasmussen.

Pubblicato il 17 luglio 2008, in Senza categoria con tag , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 10 commenti.

  1. L’ennesima vergogna italiana
    Gli atleti stanno rendendo ridicolo uno sport affascinante.
    Metteli in galera e buttate via la chiave

  2. Non credo che la galera, dove pure sembra che Riccò passerà la notte, sia la soluzione giusta.
    Certo l’attuale sistema di squalifiche non funziona da deterrente perciò bisognerebbe inasprire le pene, magari introducendo la radiazione dai professionisti.

  3. hanno martoriato uno sport…tutti dopati … vergogna!… ma alla fine ha pagato Pantani che era l’unico che non doveva pagare…

  4. utente anonimo

    Ora, come hanno già fatto i tedeschi in precedenza, via la TV (RAI) dal tour, perché altri sport meno seguiti ma più puliti meritano queste due ore quotidiane di visibilità così ingiustamente sottratte; riapropriamoci dei valori olimpici!
    Ps: Ricco è soprannominato “il cobra”, eh… il veleno ce l’ha nel sangue! (dreamcar)

  5. Starei attento nel definire a priori più puliti altri sport. Il ciclismo è martoriato dal doping anche perché cerca di combatterlo seriamente. La stessa intensità di controlli in altri sport potrebbe portare a clamorosi scandali.

  6. Ormai a ‘ste notizie si reagisce con un misto di incredulità e rassegnazione, le risorse di sdegno (almeno per quanto mi riguarda), si sono esaurite con Basso. Più che altro mi chiedo se con gli stessi controlli al Giro d’Italia sarebbero emersi dei casi (quasi sicuramente si, mi rispondo). Quanto al doping, credo sia più o meno praticato in tutti gli sport che richiedono da un lato fatica, e dall’altro la necessità di mettere su massa muscolare per avere esplosività. Alla fine quello che mi dòà più fastido e che stiano proseguento i paragoni con Pantani anche sul doping, quando a tutt’oggi la verità è che il doping di Pantani non è mai stato provato…

  7. Pantani è sempre stato innocente

  8. Mi sono appena riletto gli articoli delle vittorie di Riccò e Piepoli (entrambi licenziati dalla Saunier Duval) e non mi sento granché bene. Emozioni, tifo ed esultanze che andrebbero cancellate, ma come si fa? Domani, o meglio oggi 20 luglio, ci sarà l’arrivo in salita a Prato Nevoso, non sarà come me l’ero immaginato, non sarà “bello”.
    La soluzione (estrema e ingiusta) può davvero essere la liberalizzazione del doping?

  9. se liberalizziamo il doping come possimao individuare che è veramente il più forte?

  10. Liberalizzare il doping? Forse. Nel momento in cui diventa una scelta cosciente di un atleta consapevole, se vuole bombarsi e schiattare a 40 anni sono affari suoi. Però secondo me scatenerebbe una rincorsa al doping in età precoce, su ragazzini che a 13 – 14 anni non sanno a cosa vanno incontro, magari convincendo famiglie abbagliate da sogni di gloria ( e ricchezza) per i loro figli…

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